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Nel cuore pulsante del Salento, tra i filari d’olivo e la macchia mediterranea che dipinge di verde la terra rossa, sorge una gemma dell’architettura romanica pugliese, celata nel tessuto rurale che collega Squinzano, Trepuzzi e Casalabate: l’Abbazia di Santa Maria di Cerrate. Un capolavoro che, in tutta la sua maestosità, dialoga con il cielo e la terra, raccontando storie di fede, cultura e tradizioni secolari.

Author: Holger Uwe Schmitt

La leggenda narra che l’origine di questo luogo sacro sia avvolta nel mistero di una visione: Tancredi d’Altavilla, conte di Lecce, durante una caccia avrebbe visto l’immagine della Vergine apparire tra le corna di un cervo, un evento prodigioso che avrebbe ispirato la costruzione dell’abbazia nel XII secolo. Sebbene tale racconto sia stato in seguito oggetto di revisioni storiche, attribuendo a Boemondo d’Altavilla l’effettiva fondazione, l’abbazia rimane un simbolo potente di spiritualità e di dedizione.

Una volta rifugio per monaci bizantini in fuga dalle persecuzioni, Santa Maria di Cerrate si è trasformata in un fulcro di fede e cultura, un ponte tra Oriente e Occidente che ha visto la sua influenza svanire solo con la costruzione di nuovi luoghi di culto più vicini al centro urbano. Dopo periodi di declino e abbandono, segnati anche da attacchi pirati, è stata amorevolmente restaurata negli anni ’60 del Novecento, e oggi è custodita dal Fondo Ambiente Italiano, testimoniando il suo eterno richiamo.

L’architettura dell’abbazia, con la sua facciata a salienti, rivela un dialogo armonioso con l’ambiente circostante, caratterizzato da archetti pensili e un rosone che filtra la luce nelle navate, narrando la gloria del divino. All’interno, lo spazio si dispiega in una successione di colonne che sostengono archi a tutto sesto, sotto il cui sguardo si svela l’area absidale, ornata da affreschi che celebrano il Cristo in gloria, gli angeli e i santi, custodi di una fede immutata nel tempo.

Author: Holger Uwe Schmitt

La visita all’Abbazia di Santa Maria di Cerrate non è soltanto un percorso attraverso le epoche storiche ma un’immersione nella cultura salentina, dove i colori degli affreschi si mescolano ai suoni della natura e ai profumi della terra, evocando la spiritualità e l’arte che da millenni caratterizzano questa terra.

Da non perdere durante la visita sono: i capitelli delle colonne adornati da figure di due strani animali con il muso di maiale e le zampe di leone, l’affresco-puzzle, un dipinto ricostruito in ordine casuale dopo il crollo di un muro, e gli otto pannelli con gli affreschi che sono stati “strappati” dalle pareti dell’abbazzia, con lo scopo di svelare quelli più antichi, posti sul fondo.

Author: Warburg

Negli ambienti attigui all’abbazia merita sicuramente una visita anche Il Museo delle Tradizioni popolari che ricostruisce, con arredi ed oggetti, i luoghi in cui si svolgeva l’antica vita contadina.

Cerrate è diventato nell’ultimo decennio, con la cura del FAI, anche un luogo dinamico in cui vengono ospitate attività didattiche, laboratori, concerti e giornate a tema; in questo tentativo, molto ben riuscito, di dare nuova vitalità al luogo, è stata ripristinata anche la tradizionale fiera ‘de lu panieri’, che si svolge il 24 e 25 aprile, un evento che richiama centinaia di visitatori con esposizioni di prodotti artigianali salentini, rievocando tradizioni e usanze locali in un’atmosfera di festa e condivisione.

Link e materiale extra

ABBAZIA DI SANTA MARIA DI CERRATE | Bene FAI

Kilimangiaro 2017/18 – Santa Maria di Cerrate: l’anima del Salento – Video – RaiPlay

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